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La mia rubrica personale

Microbiota e sovrappeso: il ruolo della genetica

Per dimagrire devi aver cura del tuo intestino


Una certa predisposizione genetica è associata all'abbondanza relativa di taxa a livello intestinale e a maggiori riduzioni dell'adiposità e del grasso corporeo, in risposta agli interventi dietetici dimagranti.

Sempre più studi hanno dimostrato il ruolo del microbiota intestinale umano nel metabolismo energetico e nello sviluppo dell’obesità e di altre condizioni metaboliche. 
 In particolare, l’abbondanza di alcuni taxa nel microbiota è considerata come marker per lo squilibrio microbico dell’intestino, in particolare nell’obesità. 

 Le persone in sovrappeso, ad esempio, presentano un’abbondanza maggiore di Firmicutes, un phylum coinvolto nel metabolismo energetico. Altri studi hanno collegato la composizione del microbiota intestinale alla regolazione del bilancio energetico e alla conservazione e distribuzione del grasso corporeo.

 La dieta gioca sicuramente un ruolo fondamentale nel plasmare la composizione del microbiota intestinale ed è stato dimostrato che la perdita di peso modula l’abbondanza microbica.

Tuttavia, è stato ipotizzato che il microbiota intestinale sia, in parte, anche determinato dalla genetica dell’ospite.  Una recente metanalisi su larga scala dell’intero genoma ha identificato diverse varianti genetiche comuni associate all’abbondanza relativa di specifici taxa, offrendo preziosi strumenti per esaminare la relazione tra microbiota intestinale e adiposità a livello genetico.  Però, si sa ancora poco sul se e come l’abbondanza microbica intestinale determinata geneticamente sia associata a cambiamenti nella composizione del grasso corporeo in risposta alla perdita di peso.

 I batteri intestinali coinvolti nell’efficacia delle diete

 Questo recente studio mirava a indagare se l’abbondanza relativa di taxa microbici intestinali, geneticamente determinata, fosse associata a cambiamenti a lungo termine nell’adiposità e nella composizione corporea tra gli individui obesi o in sovrappeso sottoposti a interventi dietetici dimagranti.  La ricerca ha quindi incluso 692 soggetti obesi o in sovrappeso, arruolati dallo studio POUNDS Lost. È stato calcolato un punteggio di rischio genetico (GRS, Genetic Risk Score) per l’abbondanza relativa dei diversi taxa microbici intestinali, basato su 20 distinti loci genetici, identificati nel microbiota intestinale tramite genome-wide association study (GWA).  Nel dettaglio, sono state studiate le associazioni tra il GRS e i cambiamenti nell’adiposità e nella composizione corporea in risposta a un intervento dietetico di 2 anni. I risultati dello studio hanno permesso di osservare che la presenza di un GRS più elevato era significativamente associata a maggiori riduzioni della circonferenza della vita, della massa grassa totale (FM), della percentuale totale di massa grassa su tutto il corpo (FM%) e della percentuale di grasso del tronco (TF%), a 2 anni.  Inoltre, è stato osservato che l’assunzione di proteine è in grado di modificare in modo significativo l’associazione tra GRS e variazioni di FM totale, FM% e TF% a 6 mesi, quando viene raggiunta la massima perdita di peso.  I risultati suggeriscono che la maggiore abbondanza relativa di alcuni taxa microbici intestinali (come il phylum Firmicutes), determinata geneticamente, può essere correlata al miglioramento a lungo termine del peso corporeo e della composizione del grasso corporeo, in risposta a interventi dietetici ipocalorici.

 Conclusioni 

 I risultati suggeriscono che una certa predisposizione genetica è associata all’abbondanza relativa di taxa a livello intestinale e a maggiori riduzioni dell’adiposità e del grasso corporeo, in risposta agli interventi dietetici dimagranti. Inoltre, il miglioramento della composizione corporea dipende anche dall’assunzione di proteine ​​alimentari. In conclusione, quindi, gli individui in sovrappeso e obesi, con una maggiore abbondanza microbica intestinale determinata geneticamente, possono trarre maggiori benefici nel migliorare l’adiposità e la composizione corporea consumando una dieta ipocalorica e dimagrante, in particolare una dieta mediamente proteica.  

Di Roberta Altobelli

Bibliografia: microbioma.it

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